
Viareggio, due passi sotto casa

Viareggio è la città dove sono nata e cresciuta e che ho scelto come Casa. “Viareggio, due passi sotto casa” nasce con l’intento di farvi conoscere qualcosa della mia città e dintorni che esca dal solito schema Mare-Passeggiata-Carnevale.
La perla del Tirreno, conosciuta da tutti per il mare e il Carnevale custodisce segreti e storie che vale la pena raccontare. Perché non cominciare proprio ora che siamo fermi come augurio che si possano fare prima possibile due passi sotto casa con occhi nuovi.
Viareggio, esiste già come territorio prima del 1600, era lo sbocco sul mare della città di Lucca, diventa città vera e propria solo nel 1820 grazie a Maria Luisa di Borbone; notate per caso delle coincidenze?!
Nasce come terra di confino dove venivano spediti i carcerati da Lucca che “alloggiavano” alla Torre Matilde vecchia torre di guardia eretta a difesa del territorio. Oltre ai carcerati arrivarono ad abitare la città pescatori provenienti da San Benedetto del Tronto spostatisi in cerca di fortuna- i trabaccolari– che diedero inizio alla tradizione marinara di Viareggio. Dobbiamo a loro la creazione delle imbarcazioni come le paranze.
I maestri d’ascia e calafati viareggini sono stati fra i più famosi al mondo per la loro maestria nel forgiare il legno e nel progettare imbarcazioni che potessero solcare i mari. Barcobestia, Brigantino, Goletta, Paranze, Trabaccoli, sono i nomi più ricorrenti per identificare queste barche, alcune per trasportare materiali altri per la pesca.
Maria Luisa di Borbone aveva visto lungo nell’elevare Viareggio a rango di città, chi l’avrebbe mai detto nel 1820 che sarebbe poi diventata meta all’avanguardia per le vacanze estive e centro nevralgico per la nascita di yacht di lusso?!
Ne abbiamo fatta di strada da quando servivamo solo per difendere Lucca dall’invasione straniera.
Alla prossima puntata di “Viareggio due passi sotto casa”.

PS: Stiamo attraversando tutti un periodo particolare, inutile negarlo. La parola chiave del mio 2020 è abbracci; ogni anno fra Natale e il 31 Dicembre mi concentro su ciò che di buono e felice è stato e mi pongo un obiettivo, o meglio una parola guida per l’anno successivo. L’obiettivo del 2020 per me è abbracciare di più le persone a cui voglio bene e non sarà di certo una pandemia che sta bloccando il mondo a fermarmi da ciò, senza dimenticarmi mai che sono una ragazza fortunata
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